È difficile trovare le parole giuste per descrivere quello che i nostri occhi hanno visto a Senigallia negli scorsi giorni. Siamo arrivati con il nostro mezzo e i nostri uomini pochi giorni dopo l’alluvione e bastava uscire dal casello dell’autostrada per rendersi conto della gravità della situazione.
Ci siamo trovati ad affrontare un contesto assai peggiore rispetto a quello riscontrato nel 2014 nello stesso luogo. Un’area colpita che superava la lunghezza di 50 km verso la montagna. Forse il “cambiamento climatico” non è un problema così lontano da noi.
Persone che hanno perso tutto ma fino a quando lo senti in televisione può colpirti fino a un certo punto ma vedere dal vivo il racconto di una persona che ha perso il padre è qualcosa di indescrivibile, mentre altri ci hanno raccontato di esser rimasti per ore al riparo, pregando di non essere trascinati dalla corrente della tempesta.
In quei momenti ci siamo resi conto di come non stavamo semplicemente svolgendo il nostro lavoro ma avevamo l’obbligo morale di dare una speranza a queste persone, non solo aiutandole tecnicamente ma soprattutto a livello di empatia.
Lo spirito di solidarietà di tutti coloro che hanno cercato di dare nel loro piccolo un contributo, una goccia nel mare, deve essere energia vitale per quelle persone per ripartire ma non da sole.
Dopo 2 settimane passate lì c’è stata una parola che per noi è valsa più di qualsiasi altra cosa: “GRAZIE”!
Forza Senigallia!