Durante il Premio Legalità è intervenuto anche il viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle politiche dell’industria e delle Pmi, Giliberto Pichetto Fratin.

Ha sostenuto come i mille emendamenti che piombano in Parlamento sull’iter legislativo di un decreto in materia economica <<sono la misura della difficoltà di legiferare nel nostro Paese>>. Gilberto Pichetto Fratin conosce bene il mondo delle imprese e sa perfettamente che burocrazia e corruzione a volte sono due vasi comunicanti. Oggi nella classifica dei Paesi Ocse, l’Italia per qualità della burocrazia è al 33esimo posto e la pressione fiscale è al 42,4% del Pil contro una media del 33,8%, senza considerare difficoltà come la pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione, la crisi delle materie prime, il caro energia e la tecnocrazia europea. In un contesto socio-politico-economico di questo tipo, per un’azienda non è facile rispettare le regole e mantenersi al contempo competitiva.

Nell’ambito del Cnalcis, il Consiglio nazionale per la lotta alla contraffazione e all’Italian sounding, sono state fatte una serie di analisi su legalità e contraffazione; è emerso come quasi il 70% dei consumatori di prodotti contraffatti sono consapevoli che si tratta di prodotti illegali. Ciò dimostra che il problema è complessivo e non riguarda solo il comportamento delle imprese.

Rispetto al concetto di legalità, bisogna porsi il problema che non è per nulla facile districarsi tra le leggi poco chiare del nostro Paese. Ci sono norme che ricordano il gioco del “tubolario”, se le giri da una parte funzionano e se le giri dall’altra funzionano lo stesso, ma senza mai dare una soluzione concreta. Il rispetto delle leggi deve diventare una sorta di “brand” come il Made in Italy.

Il Rating di legalità può essere uno strumento utile in questo senso in quanto, in un contesto economicamente sfavorevole, il livello di penetrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto produttivo può aumentare. Per questo motivo far capire al mondo imprenditoriale che il Rating non è un castigo, anzi è un premio, è fondamentale.

Questi sono stati, in sintesi, i temi dell’intervento del viceministro.