Giuseppe Busia, giurista, dirigente pubblico e Presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) dal 2020, ha sostenuto, durante il Premio “Legalità e Profitto”, come quello che bisogna fare contro la corruzione non è solo appellarsi a una dimensione etica, personale e morale, in quanto le istituzioni italiane hanno il dovere di creare regole che spingano, consentano e facilitino l’onestà.

I regolatori e le autorità indipendenti hanno il dovere di muoversi in questa direzione, perché la corruzione ha un costo e noi lo paghiamo. Chi compra, che è il pubblico, viene penalizzato due volte perché paga il costo del favore e perché questo sovraprezzo si ribalta sulla collettività; dal punto di vista di quest’ultima, la corruzione ha un costo doppio e l’onestà conviene.

Oggi i consumatori under 30-35 sono molto più consapevoli e hanno una vocazione verso la reputazione e gli aspetti etici molto più importante. Al contempo, la pubblica amministrazione, con le enormi risorse del Pnrr, costituisce per tutti gli imprenditori un’opportunità straordinaria, ma queste risorse non solo non devono finire nelle mani sbagliate della criminalità ma devono andare ai migliori e quindi bisogna costituire regole che premino le imprese migliori in modo che esse creino un’alleanza col pubblico per attivare un circolo virtuoso.

L’Anac sta cercando di inserire alcuni ulteriori ingredienti nel sistema regolatorio che sono: il rispetto dell’ambiente, l’occupazione femminile, l’occupazione dei giovani e la digitalizzazione. L’onestà e l’operare bene, quando si coniuga con il fare bene degli imprenditori, conviene ed è l’Italia che deve andare in questa direzione e le risorse del Pnrr vanno portate in questa via, premiando il meglio che sappiamo dare. Ciò offre vantaggi al singolo imprenditore e altrettanti collettivi per l’amministrazione e i cittadini.